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Implantologia Endossea.
Oggigiorno i diversi tipi di edentulismo possono essere trattati quasi tutti con l’utilizzo di impianti endossei.
E’ molto importante l’analisi delle condizioni locali, generali e psicologiche del paziente.
Attraverso l’anamnesi odontoiatrica, che va effettuata durante la prima visita anche per stabilire un rapporto di fiducia con il chirurgo, si riesce a valutare lo stato generale del paziente ed anche il suo stile di vita.
Bisogna informarsi su eventuali patologie sistemiche che possono riguardare il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sangue, ed il sistema respiratorio, per poi valutare attentamente il caso ed optare per la scelta terapeutica più indicata.
Durante l’esame della cavità orale bisogna valutare lo stato del parodonto: lo stato dei tessuti di sostegno dei denti residui, l’infiammazione della gengiva, una eventuale malattia parodontale in corso; in ogni caso contrariamente ad una opinione molto diffusa tra i pazienti, nessuna di queste situazioni cliniche rappresenta un ostacolo alla terapia impiantare.
Oggi la tecnica implantare ha raggiunto una percentuale di successo davvero notevole che si avvicina molto al cento per cento, inoltre sondaggi effettuati tra i pazienti trattati con tale riabilitazione protesica hanno dimostrato entusiasmo e affermano di non sentire differenza tra i denti propri e quelli sorretti da impianti, sono soddisfatti della funzionalità della protesi, della loro “fissità”, del risultato estetico e del miglioramento della fonesi rispetto alla situazione che avevano in precedenza.
Oggi i tempi d’intervento si sono ridotti moltissimo, fino ad arrivare a circa quindici minuti per impianto.
Questo fatto, assieme ai minimi disagi dell’intervento, alla totale fissità ed all’estetica della protesi, alla sua praticità di utilizzo, alla totale assenza di strutture rimovibili e quindi di fastidi, rendono il trattamento impiantare, ove possibile, l’intervento di elezione per gli edentulismi sia parziali che totali. |